"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

venerdì 7 aprile 2017

Neuroscienze e bufale

di
Francesco Zanotti


Le neuroscienze sono diventate di “modissima”. Area di conoscenza intrigante che moltissimi stanno tentando di usare come base per costruire un nuovo management.
Bene direte … Ecco ... forse.
Forse perché vi sono gli scienziati e i dilettanti.
Se leggete qualcosa scritto da uno scienziato serio, scoprirete che, certo, in esso si immagina che i progressi nelle neuroscienze ci aiuteranno a capire l’uomo e i suoi comportamenti relazionali. Ma, altrettanto certamente, vedrete che si dichiara anche che stiamo intravvedendo un terreno lussureggiante, ma in esso stiamo muovendo i primi passi.
Cito Vittorio Gallese e Ugo Morelli: Neuroscienze e management, pag 47, Guerini.
Il mito di una pianificazione gestionale dei processi cooperativi basata su “comando”, “esecuzione”, “controllo”, lascia un vuoto in cui si cercano, ma non si trovano, solo si intravvedono provvisorie indicazioni su “leadership”, “orientamento” e “valorizzazione”.
Ed anche, parlando dei neuroni a specchio, nello stesso capitolo del libro citato “(…) mirando ad evitare i miti che inevitabilmente si sono prodotti e si producono intorno a questa scoperta. Si tratta prima di tutto di capire e di non far dire ai risultati della ricerca quello che non dicono. Solo così ne emerge in valore essenziale.”.
Se prendete lo scritto di un dilettante scoprire, invece, che costui cita solo uno specifico autore, anche se importante. Ma oggi, come confermano Gallese e Morelli, siamo in stato di ricerca. E le direzioni di ricerca sono molte e diversificate. Gallese e Morelli parlano della mente “embodied”. Ma vi sono altri filoni di ricerca diversi, anche se si intuiscono (solo intuiscono, per ora) complementari. Come le teoria quantistica della conoscenza. Citare un solo Autore è follia scientifica,
Cita un Autore solo, spesso anche facendogli dire quello che non dice. E, poi, ci aggiunge una serie di proprie considerazioni, fino a proporre ricette, come fanno i manuali americani di giardinaggio.  O, purtroppo, anche di management.
Cito solo una affermazione che ho letto (non cito l’Autore, né il testo perché non mi interessa la polemica) che, credo, nessun neuroscienziato sottoscriverebbe “Ogni volta che noi richiamiamo un dato dalla mente, questo ripescaggio avviene in maniera sistematica e non caotica, riportando a galla solo l’informazione desiderata. Il cervello è simile ad un archivio computerizzato dove pigiando un tasto (ovvero stimolando elettricamente le parti di corteggia desiderate) riaffiora solo il ricordo desiderato.”.
Morale: la scienza è una cosa seria. Ne possono parlare, la possono usare tutti. Credo anche che tutti possano e debbano contribuire a farla evolvere. Ma a patto che mettano, prima, a studiarla. Onde evitare di impegnare le nostre imprese in avventure formative … ecco diciamo non proprio scientificamente fondate.

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