"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
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giovedì 27 aprile 2017

Un mondo di burattinai che perde di senso

di
Francesco Zanotti

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Anche le quinte della nostra società stanno sbiadendosi. Di più: si stanno sgretolando. Una intera ecologia di crisi sta devastando ogni dimensione della nostra vita collettiva: dai disagi esistenziali, alle crisi economiche, finanziarie, sociali, politiche, istituzionali.
Le classi dirigenti non riescono ad attivare l’emergere di una nuova società, anzi cercano di puntellare la società devastata da una ecologia di crisi.
Gli innovatori sono persone degnissime ma si limitano ad innovazioni piccole piccole. Come i burattinai trasgressivi che costruiscono solo folklore e non futuro.

Anni ’50, bassa padana. Giovanni è l’uomo degli spettacoli di marionette. Un puparo cantastorie lombardo. Egli disegna e costruisce le sue marionette, disegna e costruisce le quinte dove le marionette vivranno le loro storie. Si immagina le storie straordinarie che farà rappresentare dalle marionette  E, poi,  fa vivere queste storie muovendo le marionette e deliziando un pubblico sempre ingenuo. Alla fine prende due soldi e mille abbracci dal suo pubblico che si immedesima nelle sue storia e lo applaude perché gliele ha fatte vivere. Un pubblico che sempre è marionetta di qualche altro teatro.
E così Giovanni se ne va di paese in paese, di storia in storia, di teatrino in teatrino, di spettacolo in spettacolo tra le nebbie di quella bassa padana che è diventata le quinte della sua vita.

Ma da un po’ di tempo sta diventando tutto diverso, peggio. Non è solo nell’aria non c’è nulla di nuovo. Ma tutto sembra vecchio ...
Giovanni si accorge che non riesce più a immaginare nuove storie.
Per questo le marionette vivono un disagio profondo. A loro piace far vivere tra quinte sempre nuove, storie altrettanto nuove. E sono disposte a farsi guidare da Giovanni perchè riesce ad immaginare storie, mentre loro non ci riescono. Ma se Giovanni nuove storie non le ha e le fa solo muovere tra vecchie quinte per raccontare vecchie storie, allora perde di senso fare i suoi burattini … Giovanni, o sei un poeta del futuro o non ci interessi. Meglio: negoziamo. Proviamo almeno a raccontare le storie in modo diverso: facci essere un po’meno burattini ed un po’ più cantastorie …
Fino a che, una bella sera, tutto precipitò nel nulla. Anche all’inizio dello spettacolo di quell’ultima sera il pubblico aveva dato credito a Giovanni. Sì, la storia era sembrata non tanto nuova fin dall’inizio, ma il pubblico aveva ancore ha fiducia in Giovanni cantastorie. A mano a mano che lo spettacolo procedeva, però, la storia si rivelava in modo sempre più evidente solo una delle tante storie già raccontate nel passato. La novità (quindi l’emozione del futuro) non arrivava. Anzi il pubblico iniziava a percepire che non stava guardando alcuna storia: solo il disordinato muoversi di burattini tra paesaggi improbabili. Forse qualche pennellata di innovazione in quella quinta, qualche battuta nuova, ma sempre meno e sembra addirittura che Giovanni le vedeva con fastidio. Come un ribellarsi dei burattini, non come un loro contributo solidale.
Il pubblico annoiato iniziò a perdersi in un chiacchiericcio che non faceva altro che prefigurare cosa sarebbe accaduto quando sarebbero tornarti ad essere marionette di qualche Giovanni.
E, all’improvviso, tutto precipitò davvero nel nulla.
Mentre Giovanni si affannava a ripetere le sue storie stanti e il brusio di stanchezza stava diventando protesta, il paesaggio della pianura padana iniziò a tremolare. Si vide arrivare una schiera di operai che non si riuscì a capire da dove venissero ed, ecco, sì … iniziarono ad arrotolare il paesaggio. La bassa padana era una tela che ora sembra davvero troppo vecchia. Ed allora gli operai lo arrotolano per gli archivi della storia. Giovanni i burattini e gli spettatori .diventano un volgo disperso che nome non ha. Personaggi non solo in cerca di autori, ma di teatri e di mondi.

Tanti Giovanni inefficacemente trasgressivi
In realtà nella pianura padana erano comparsi personaggi con storie e comportamenti trasgressivi. Si stavano anche moltiplicando prima di quel fatidico giorno. Ma nessuno era riuscito a costruire veri e propri teatrini alternativi e ad attrarre e fidelizzare qualche pubblico. Riuscivano a comporre manifesti, anche sgargianti, ma alla fine si ritrovava solo in quattro gatti senza quinte e teatrini dove tutti erano burattinai di storie che neanche tra di loro riuscivano a rappresentare. Anche loro sono stati sorpresi dagli operai che smontavano il loro mondo e sono andati ad ingrossare quel volgo disperso dove nessuno è né burattinaio, né burattino né spettatore.


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