"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
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martedì 25 aprile 2017

Esorcizzare le scienze naturali ed umane …

di
Francesco Zanotti

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Il management si occupa dell’uomo all’interno di un’organizzazione (un’ambiente formale e informale). Le scienze naturali e umane si occupano dell’uomo all’interno di sistemi formali e sociali. Cioè il management e le scienze umane e naturali si occupano della stessa cosa … Perché, allora, chi si occupa di management snobba completamente le scienze naturali e umane?

Una delle risposte che mi sono dato è la paura esorcizzata con il silenzio. Mi spiego. Il manager (ma anche il consulente) vive in un ambiente competitivo. Intendo non la competizione tra imprese, ma la competizione tra le persone per i posti manageriali. Per vincere questa competizione i manager giocano il gioco dell’essere bravi. E’ una declinazione di quella stupidità scientifica che è il discorso dei talenti. Per giocare questo gioco è un grave handicap ammettere che esiste una conoscenza rilevante (la scienze naturali ed umane) di cui non si dispone. Cercare nuove conoscenze e soprattutto studiare, magari sotto la guida di qualcuno, è un inaccettabile segno di debolezza. Soprattutto per i top management.
Ovviamente non si può sostenere esplicitamente che le scienze naturali ed umane non c’entrino. E allora si esorcizza la paura con il silenzio: non trattiamo neanche il tema della conoscenza che ci metterebbe in serio imbarazzo. Ci costringerebbe proprio ad ammettere che è necessario fare proprio quelle cose quelle cose che non è possibile accettare di fare: ricercare, studiare, farsi insegnare.
Ovviamente non si può neanche sostenere (neanche con se stessi) che il conoscere è irrilevante. E allora ecco i top manager che attivano pratiche di lettura e di studio. Ma devono riguardare aree di conoscenza che non c’entrano nulla con il proprio essere manager.
Ovviamente la paura esorcizzata con il silenzio costringe le nostre organizzazioni a non poter usare le conoscenze rese disponibili dalle scienze naturali ed umane. Con grave danno al nostro sviluppo economico e sociale.

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