di
Francesco Zanotti
Tutti conoscono i neuroni a specchio. Essi rivelano la capacità del cervello di “risuonare” con un interlocutore esterno. Ma la storia non finisce qui. Se considerate la teoria quantistica della mente di Giuseppe Vitiello scoprirete che questo risuonare è molto più profondo. Come se il cervello proiettasse se stesso nel mondo: il Doppio, dice Vitiello. E giudicasse se la proiezione gli piace. Se gli piace, allora, emerge un giudizio etico ed estetico positivo.
Il proiettare se stesso è realizzare il proprio
progetto esistenziale.
Bene e questo cosa c’entra con la gestione delle
persone e delle organizzazioni? Quasi tutto.
Quando assegnate un obiettivo e un ruolo ad una
persona è necessario capire se il raggiungere questo obiettivo, interpretare
questo ruolo può essere inteso da una persona come strumento (il raggiungere l’obiettivo)
e luogo cognitivo, sociale ed antropologico (il ruolo) per realizzare il proprio
progetto esistenziale. Non aspettatevi di convincere le persone con
convenienze, lusinghe o minacce.
Fatemi fare un solo esempio, in un campo dove la
convenienza personale è altissima: la sicurezza sul lavoro. Ne può andare della
vita.
Allora tutti dovrebbero razionalmente perseguire
la sicurezza. E, invece, no! Tutti perseguono la realizzazione del proprio
progetto esistenziale. Se questo va a scapito della sicurezza, tanto peggio per
la sicurezza. Un esempio nell'esempio: chi si autorealizza raccontando come è
scampato ad un rischio, chi mostra con orgoglio le ferite, chi cerca di negare a
se stesso, addirittura, di essere sul posto di lavoro, usando lo stesso comportamento
distratto e superficiale di chi, invece di lavorare in un ambiente carico di
pericoli stia passeggiando su di un prato fiorito.
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