"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

martedì 4 marzo 2014

Ogni corso: una competenza, una organizzazione diversa …

di
Francesco Zanotti


Dopo una analisi delle esigenze formative durata due mesi Giovanni si trova a dover seguire due corsi: uno per competenza. Ecco, l’analisi delle esigenze formative ha mostrato che Giovanni avrebbe avuto bisogno di acquisire altre competenze. Ma il tempo è tiranno: Giovanni deve anche lavorare non può mica passare tutto il suo tempo in aula. E il Gran Capo ha deciso per quelle due … Forse è stato un po’ troppo spiccio … Era anche stato un po’ disattento durante la presentazione dell’analisi delle esigenze (detto tra di noi: il responsabile della formazione gliel'aveva quasi imposta). E, poi, a metà si è assentato delegando allo stesso responsabile della formazione la continuazione della riunione. Dalla riunione era uscito un programma coerente con l’analisi delle esigenze. Ma il Gran Capo è stato inflessibile (in questo, forse è stato troppo spiccio): “Non mi potete allontanare per così tanto tempo Giovanni (i tanti Giovanni) dal lavoro. E, poi, il programma che avete fatto costa troppo!”.
E così Giovanni si è trovato a dover fare quei due corsi …
Il primo pensiero di Giovanni: “Due mesi di analisi per concludere che sono un gap … Mah ...
Va beh, andiamo a questi due corsi.”. Chissà se avesse saputo che era stato giudicato molto più gap di quello che gli hanno detto. Sì, nessuno gli ha detto tutto quello che era uscito dall'analisi delle esigenze …

Il primo corso ha riguardato la leadership. Vi era un docente molto bravo e compagni con i quali si è trovato subito in sintonia. E’ stata una esperienza molto intensa. Piano piano Giovanni è riuscito a sentirsi leader. Sia pure a turno. Sì, era un’esperienza di formazione attiva, dove si faceva piano piano emergere il leader che era in ognuno dei partecipanti. A turno, ovviamente.
Dopo il corso Giovanni è tornato al lavoro … E si è subito perso. Le persone che doveva guidare non stavano seguendo un corso, ma stavano facendo un lavoro faticoso, anche pericoloso … Non reagivano come i compagni di corso. Quando cercava di mette in atto quelle tecniche le piccole e grandi furbizie che funzionavano così bene nel corso, non funzionavano mai! Pensa Giovanni: “Certo se al mio posto ci fosse quel docente: lui si che saprebbe come fare … Lui sì che sarebbe il leader che serve … “.
Giovanni aveva appreso a fare il leader in vitro. Pensava (altrimenti perché gli avrebbero fatto fare il corso?) che sarebbe riuscito a tenere a bada il gruppo di operatori che gli era stato affidato e, invece, si stava convincendo che il leader avrebbe dovuto farlo qualcun altro.
Intanto il Grande Capo, che si era dimenticato del corso, aveva cercato Giovanni perché si fidava solo di lui per quella cosa particolare. Non l’ha trovato ed è andato su tutte le furie. Ha immediatamente impedito a Giovanni di seguire il secondo corso ...
E Giovanni, a cui non era stato detto quale altro corso avrebbe dovuto seguire, ancora si chiede che gap si sta portando dietro, di che gap soffre, senza saperlo.
Fine della storia. E’ stata una parodia forzata? No! Dietro la parodia ci sta un discorso scientificamente fondato. In sintesi (i dettagli a chi li chiede).
Nell'ordine ...
Credo sarebbe meglio non considerare più le persone gap.
Credo sarebbe meglio non fare più corsi di formazione manageriale. Cioè di creare organizzazioni virtuali che vivono solo il tempo del corso e immaginare che “competenze” sviluppate in contesti virtuali possano essere trasferite nei contesti organizzativi reali.
Non pensate che il Gran Capo era distratto perché poco sensibile. Era distratto perché lui tutte queste cose le ha intuite …
E sta pensando che sono inutili anche cantieri e progetti vari …

Vorrebbe che tutto si svolgesse nel lavorare … E’ possibile, ne parleremo.

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