"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
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martedì 25 marzo 2014

Innovazione tecnologia uguale meno posti di lavoro?

di
Francesco Zanotti

Da un articolo del “MIT Technology Review” un tema emblematico: la tecnologia toglie posti di lavoro? Da sempre lo sviluppo tecnologico distrugge posti di lavoro nelle attività tradizionali, ma gli imprenditori riescono ad utilizzare le nuove tecnologie per avviare nuove attività che rilanciano l’occupazione. Oggi, dice l’autore, sembra che vi sia una discontinuità. L’innovazione tecnologica accelera la distruzione dei posti di lavoro, ma non appaiono proposte imprenditoriali nuove ed intense neanche per pareggiare il conto. Come risolvere questo problema L’autore dice che non lo sa …
A me sembra che, invece, la riposta sia semplicissima. Le potenzialità di avviare nuove attività sono sempre più complesse. Occorrono, allora, progetti d’impresa molto più articolati. Il problema è che agli imprenditori ed ai manager mancano le risorse cognitive per riuscire a formulare questi progetti d’impresa. Le risorse cognitive necessarie riguardano le conoscenze e le metodologie di strategia d’impresa che sono praticamente del tutto sconosciute, salvo qualche riferimento a Porter, oramai abbandonato dagli esperti. Oppure ad “Oceano Blu” che fornisce qualche suggestione, ma brilla per banalità: serve a vendere qualche corso di formazione. Non viene citato nei testi e nelle riviste professionali di strategia, non è utilizzato nella prassi di progettazione strategica.
La soluzione è quella di continuamente migliorare il patrimonio di metodologie e conoscenze di strategia d’impresa. E diffonderle presso manager ed imprenditori.

Il problema delle risorse cognitive vale anche per altre sfide gestionali: la sfida del Change management, ad esempio. Anche qui la si affronta “dimenticando” troppe risorse cognitive: dalle scienze cognitive, alla sociologia alla antropologia. Se si provasse a confrontare le attuali prassi di Change Management con questa conoscenze si scoprirebbe che la nozione stessa di Change Management non sta in piedi.

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