di
Francesco Zanotti
Il
manager gestisce il sistema umano più complesso: una organizzazione. Non è il
cervello umano l’oggetto più complesso dell’universo. E’ una organizzazione, perché
è un intreccio di cervelli. L’organizzazione è di una complessità di ordine
superiore rispetto a quella del cervello.
Per riuscire
a gestire questa iper-complessità, occorre, come condizione necessaria,
utilizzare il miglior patrimonio di conoscenze possibili: dalle nuove modalità
di relazione tra l’uomo e il mondo che hanno scoperto la matematica e la fisica
alle scienze cognitive su, su fino alla sociologia e all'antropologia. Occorre,
poi, che queste conoscenze siano trasformate in metodi che possano essere
utilizzati anche da chi non disponga nel dettaglio di tutte queste conoscenze.
Allora
un manager deve scegliere tra metodi.
Come
fare?
Confrontate
le conoscenze che sono contenute in questi metodi. Cercate metodi che utilizzino
tutte le conoscenze più avanzate che esistono nelle diverse aree disciplinari
rilevanti. Verificate che siano metodi che integrino tutte le buone idee e le
buone intenzioni sparse che, da sole, non possono diventare metodi, ma solo
aspirazioni.
Non
accettate mai affermazioni del tipo “Questo è il mio metodo!”. Non accettate
mai che si spacci per scientifico il pensiero di qualche auto definito “guru”. Sarebbe
come dare retta ad un fisico che dica: questa è la mia fisica. E credergli perché
vi è simpatico o perché sa vendere bene.
Chiedete
conto del percorso e degli investimenti in ricerca che hanno generato il metodo
proposto. Non accettate che un consulente non confronti i suoi metodi con quelli
dei suoi concorrenti principali.
Sì, è
davvero un appello accorato perché i manager non possono non garantire che le
nostre organizzazioni utilizzino tutta la miglior conoscenza rilevante
disponibile.
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