"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

domenica 9 marzo 2014

Valori aziendali o tratti di penna?

di
Francesco Zanotti


Scriviamo ben chiari i valori aziendali e poi comunichiamoli. Ma siete sicuri che questa operazione abbia senso o, piuttosto, non sia che una una illusione rassicurante?
Secondo quanto conosciamo sull'essere umano, è una operazione senza senso. Rimane un mito manageriale che sta in piedi fino a che non si esplorano ad esempio, le scienze cognitive.

Un valore è un giudizio emergente che compare (emerge come costrutto mentale) in una persona quando si relaziona con il mondo. E dipende dal sistema cognitivo di cui questa persona dispone.
Il valore, quindi, non è un oggetto trasferibile da una mente ad un’altra.

Quando voglio comunicare un valore (magari con la pretesa che sia prescrittivo) che faccio? Mi illudo, invece, di trasferirlo, proprio come se fosse un oggetto. E mi aspetto che il ricevente lo usi (lo metta in pratica) come io desidero.
Invece, non lo posso inviare telepaticamente, ma devo, invece, ad esempio, scriverlo. E già lo scriverlo lo trasforma
Infatti, cosa significa scrivere? Condensare un costrutto mentale sulla carta. Questo condensare dipende dalle potenzialità della carta e dal mio sistema cognitivo. Detto diversamente, il costrutto mentale, diventando carta, utilizza il mio sistema cognitivo (che non è infinito) e si esprime con le potenzialità che mettono a disposizione carta e calamai. Se, invece, è un file word … non cambia quasi nulla. Insomma, il tratto di penna non è una fotografia della mia mente.

Ora il valore diventa operativo quando diventa costrutto mentale di chi lo riceve. Bene, la ricezione è un’ulteriore trasformazione. Quando il ricevente legge la carta, scatta un processo di interpretazione che dipende (almeno) dal suo sistema cognitivo che assume forme diverse a seconda delle contingenze esterne. Quindi capirà fischi per fiaschi. Fischi sono quello che mandate che, già, non è quello che pensate.

Allora se proprio volete, mandate in giro pezzi di carta con scritte parole che considerate valori. Ma non aspettatevi che vengano messe in pratica come pensate. Quel pezzo di carta gira per l’azienda e genera conversazioni senza fine che modificheranno i comportamenti in modi che non sono prevedibili.

Ha proprio “senso” continuare ad utilizzare pratiche che non possono ottenere quello che ci prefiggiamo perché partono da una idea di uomo che valeva, forse, due secoli fa?
Ha proprio senso continuare a combattere contro la conoscenza?



3 commenti:

  1. Caro Francesco,
    su questo punto non sono d'accordo. A mio avviso scrivere i valori aziondali può avere senso, nonostante i comportamenti siano totalmente imprevedibili, e i valori possano essere messi in pratica in modo molto diverso da quello che si pensa (su qs sono daccordo), ma nn per questo una carta dei valori ha meno senso. Qualche post fa descrivevi dell'importnza di avere una impresa chiara da perseguire, citando il discorso di Kennedy che aveva il progetto di portare l'uomo sulla luna. Ognuno avrà interpretato quel discorso in maniera diversa, chi come sfida politica x battere l'urss, chi puramente come idea tecnico-scientifica, ecc, però il messaggio ha motivato miglialia di persone che sentivano di lavorare per qualcosa di grande.
    La carta dei valori è anche un modo per dire il modo in cui si fanno le cose, indicare un certo stile, parlare dell'idea di impresa che si ha in mente. Inoltre può essere un modo per incentivare certi comportamenti o altri. Per es se nella carta dei valori c'è scritto che si premia o si incentiva il confronto e i punti di vista diversi, uno si sente più legittimanto a proporre una idea diversa da quella del collega o del suo capo (è sempre difficile dire "non sono d'accordo" in un a riunione, ma se almeno si è legittimati da una carta comune è più facile).
    Poi è vero che ognuno la interpreta in modo diverso, ma può essere cmq uno strumento valido. E come tutti gli strumenti dipende come lo si usa, ma dove manca molto probabilmente si sta peggio perchè non c'è la minima idea di dove si sta andando e come fare le cose.
    Perchè tu parlidi senso, non di una carta che espima direttive precise. E un senso ce l'ha. Non mi pare una operazione senza senso, nè solo una illusione rassiurante.
    Anche solo farla è importante: vuol dire dedicare del tempo ai "valori", a ciò che creiamo più importante di altro. Vuol dire quindi dedicare tempo alla progettualità e non solo alle emergenze quotidiane.

    Stefano

    RispondiElimina
  2. Beh ..meno male se qualcuno non è accordo ... :-)
    Allora preciso ...
    Brevemente e rimandano ad un lavoro che sto concludendo la risposta scientifica. Perchè qui bisognerebbe tirare in ballo molte conoscenze.
    Cominciamo dalla Luna. Intedevo dire che è importante avere un progetto d'impresa completo ... non qualche valore.
    Poi tu non parli del processo attraverso il quale si genera la carta dei valori. Il problema sta proprio nel processo. Ha senso una carta dei valori che sia sviluppata da tutte le persone dell'impresa, guidati dai loro capi e non da consulenti, e stimolati da nuove risorse cognitive. E il top management che fa sintesi ... Accidenti mi rendo conto che sto tentando di sintetizzare una nuova metodologia di governo i poche battute. Non cerdo di riuscire a dare più di qualche risonanza …
    Ma il risultato prodotto ha senso non certo per la forma letterale che acquistano i valori. Essa continua ad essere soggetta ad interpretazioni anche opposte. Ha senso fare questo lavoro per il processo che ha generato. Ma, allora, tanto vale scatenare partecipazione progettuale sul Progetto d'impresa complessivo.
    Nel dettaglio, usando un tuo esempio, se si scrive che si incentiva il confronto dei punti di vista diversi si rischia che questo statement sia usato strumentalmente per riprodurre i conflitti organizzativi. Basta dire che chi non la pensa come me non sta accettando un punto di vista diverso. Chi non è d’accordo con me contravviene ad un valore. E l’altro risponderà nello stesso modo. Così un valore positivo diventa strumento di inasprimento dei conflitti. Tu lo interpreteresti diversamente questo statement . .. Ecco il punto … tu lo interpreteresti diversamente... ma altri possono usarlo come arma conflittuale.
    Non ci sono santi, ogni intervento direttivo non crea risultati, ma scompliglio.

    RispondiElimina
  3. Ogni intervento direttivo non crea risultati ma scompiglio. In questa affermazione mi ritrovo. Quindi il tema non è tanto la carta dei valori, ma il processo per arrivare a tale carta. Certo che se nella carta c'è scritto che uno dei valori è l'ascolto delle singole persone dell'orgnaizzazione e la carta è stata creata senza ascoltare nessuno....Allora sè che è inutile e dannosa!

    Stefano
    P.S.

    RispondiElimina