di
Francesco Zanotti
Supponiamo che il drammatico
incidente aereo di tre giorni fa sia stato causato da desideri autodistruttivi
del co-pilota, cosa che, che come dice Gilberto Corbellini sul Sole 24 Ore di
oggi, è tutt'altro che definitivamente provata.
Come si pensa di affrontare
l’evenienza che si manifestino questi comportamenti autodistruttivi? Le aree attualmente
considerate sono due: le norme di sicurezza e i test psico-attitudinali.
Certamente servono, ma sono
condizioni necessarie, non sufficienti. Quello
che manca è la costruzione di comunità di significato. Oggi le imprese
costruiscono solo gruppi di funzionamento lasciando ad ogni persona il “peso”
di assegnare un significato esistenziale al ruolo funzionale che deve coprire. E’ necessario trasformare i gruppi di
funzionamento in comunità di significato. Intendo dire che il gruppo di lavoro
deve diventare un luogo in cui le persone insieme elaborano il significato di
quello che fanno. Se le comunità sono così intense, sono lo strumento migliore
per evitare l’emergere di disagi psicologici rilevanti ed evidenziarli appena
si manifestano: le comunità sono il luogo privilegiato in cui si manifestano.
Le persone comunicano i propri disagi alle loro comunità di riferimento.
Se le imprese non favoriscono
la trasformazioni in comunità di significato, aumentano le possibilità di nascita
del disagio, del suo consolidarsi nel silenzio e nell'esplodere in
comportamenti che devono essere socialmente distruttivi perché la comunità
degli altri che non è capace di vedere il disagio della persona, finalmente se
ne accorga. Si costringono le persone che provano disagio a comunicarlo attraverso
urla di terrore.
Allora il costruire comunità
di significato è l’ennesimo nuovo adempimento che si aggiunge ai mille altri?
No! Le comunità di significato
hanno anche prestazioni operative molto migliori dei semplici gruppi di
funzionamento.
Ovviamente le comunità di
significato non sono importanti solo all'interno delle imprese, ma sono importanti
anche comunità di clienti che danno significato, al di là delle funzionalità,
ai prodotti ed ai servizi. E le comunità di stakeholder che danno significato sociale
all'attività di impresa.
Allora da domani vedremo
tutte le imprese a preoccuparsi di costruire comunità di significato? No,
continueranno a limitarsi a test e procedure. Per costruire comunità di significato
occorre una cultura manageriale radicalmente nuova che mette in ridicolo la
figura del manager decisionista che, oramai è solo un creatore di guai. Ma i manager
non possono accettare una nuova cultura: sono stati “allevati” col mito del
merito, dell’essere bravi. Ora dovrebbero dire che il loro essere bravi andava
bene nel passato. Dovrebbero accettare per essere bravi oggi devono imparare
cose nuove e dirigere in modo radicalmente diverso. La loro debolezza
esistenziale impedisce loro di rischiare un passo di questo tipo.
post semplicemente magnifico e...putroppo anche tragico
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