di
Francesco Zanotti
In tutte le aree di
conoscenza esistono questioni aperte; cioè cose che non si sanno. E programmi
di ricerca, cioè percorsi alla fine dei quali si spera di trovare le risposte
alle domande senza risposta.
Tranne che nel management.
Lì esistono solo certezze.
E le certezze riguardano …
qualche piccolo esempio critico.
Riguardano le scienze cognitive. Quale consulente o manager ammetterebbe che non si sa
neppure esattamente cosa voglia dire apprendere? Ognuno ha una sua visione di cosa sia l’apprendimento
sulla quale scommetterebbe la vita. Peccato che queste visioni siano l’una
differente dall'altra. E non abbiano nulla a che vedere quello che la scienza
ha scoperto.
Riguardano la sociologia. Nel banale senso che la sociologia è del tutto assente.
Banalmente, non si considera la dimensione del lavorare insieme. Se non nella forma
primitivissima della scienza delle reti.
Riguardano l’antropologia. Chi non parla di cultura? Se sentite un manager ed un
consulente vi diranno certamente che, alla fine, il problema è di cultura. Ma non
azzardatevi a chiedere cosa sia la cultura, come si sviluppa una cultura e che
c’entra questo svilupparsi con i processi di relazione sociale (il lavorare e
lo stare insieme).
Insomma: il management è
costituito da certezze solo soggettive che prescindono dai risultati delle
scienze. Ma, allora le certezze sono solo banali autorappresentazioni, quindi, sciocchezze
scientifiche? La risposta è: sì! Con buona pace di chi spera (e paga per
comprarle) che queste sciocchezze aiutino a recuperar la capacità di produrre
cassa delle imprese.
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