Ogni
ambito professionale ha un suo patrimonio di conoscenze di riferimento. Esistono progetti di ricerca che fanno evolvere questa conoscenza. Esistono
riviste che rendono pubblici i risultati delle ricerche. Le innovazioni
dialogano tra di loro e tendono a convergere in sintesi.
I professionisti sono
curiosi di conoscere i risultati della ricerca e voglio essere i primi ad
utilizzarli.
Nel mondo
del management molto di tutto questo non vale. Vi è certamente chi fa ricerca,
vi sono certamente strumenti di diffusione dei risultati della ricerca. Ma non
esiste un processo di sintesi sociale.
Ed i manager non sono certo affamati dei
risultati della ricerca.
Ci si
basa, soprattutto sull’esperienza e ci si accontenta di una “Naif Knowledge”
che ruota intorno a parole valigia come “leadership”, “comunicazione”,
“empowerment” e altre.
Questa
indifferenza alla conoscenza si è andata consolidando negli anni. Tanto che
un manager trova estremamente sgradevole
anche solo sentire parlare di iniziative dove possa imparare. Sommamente il top
management trova sgradevole sentir parlare di nuove
conoscenze e metodologie di progettazione e valutazione strategica.
Perché
tutta questa indifferenza verso la conoscenza? La risposta sta nella qualità
della conoscenza che viene proposta ai managers: una conoscenza banale che
puzza di voglia di venderla lontano un miglio …
Francesco Zanotti
Temo non sia solo un problema del top management quello di sentirsi "saputi", focalizzandosi sull'esperienza professionale, di vita e di relazione con le persone.
RispondiEliminaForse semplicemente il problema è da entrambe le parti: come spiegato dall'articolo viene "venduta" la conoscenza nel modo sbagliato da una parte, e dall'altra ci si sente sminuiti/declassati all'idea di tornare in versione "alunno".
Durante i laboratori universitari di gestione dei gruppi come formatricela difficoltà principale ribadita più e più volte era proprio questa: accattivarsi la fiducia di un pubblico di senior (rispetto a te) che sono in aula già con la convinzione di avere ben poco da apprendere e conoscere.
Grazie Silvia ...
RispondiEliminaIo credo, però, che una parte rilevante del problema stia nella qualità della conoscenza. Sia la conoscenza strategica che quella organizzativa non sono all'altezza delle sfide attuali. Nei prossimi post cercherò di descrivere questa insufficienza che molti top managers percepiscono anche inconsciamente. Insomma: se i top managers non ascoltano, non hanno tutti i torti. Tocca a noi vincere la sfida del costruire una conoscenza strategico organizzativa radicalmente nuova