Guardate l'ingranaggio quì di lato. Quali prestazioni si possono desiderare da questo oggetto? Vediamone alcune:
Tali caratteristiche, assolutamente generali, sono altamente desiderate per ottenere una "elevata produttività". Sono dipendenti dal contesto di uso? Sicuramente no, si richiederebbero le stesse identiche cose, a meno di specifi "range", se il nostro ingranaggio fosse nel cambio di un'automobile o nel meccanismo di rotazione di una torretta di un carrarmato. E' un oggetto, costruito dall'uomo e le cui caratteristiche gli sono state date dal progetto.- Non arrugginire
- Usura diminuita grazie all'uso di lubrificanti.
- Resistenza agli urti e al carico
- Silenziosità di funzionamento
- Durata...
Si può parlare di "caratteristiche funzionali" delle persone allo stesso modo? Avulse da un contesto? Facile arguire una risposta negativa... e invece sulla Repubblica del 23 Aprile si sostiene il contrario
"Il dirigente diventa psicologo del lavoro" è il titolo e racconta di come l'ultimo grido nella gestione delle Risorse Umane (e per trattarle così l'appellativo non poteva avere maggiore coerenza) è che il manager diventi una sorta di Patch Adam aziendale. Grazie a questi interventi di motivazione del morale si è scoperto che, udite udite,
"... i dipendenti felici hanno una produttività superiore agli altri del 31% e conseguono risultati superiori del 37% nelle vendite"
non solo ma, oltre agli immancabili studi sempre pronti a sostenere tutto e il suo contrario, si è scoperto che
"...in tempi di crisi, in cui le aziende erogano meno incentivi e bonus di ordine economico, nasce l'esigenza di creare motivazione e supporto attraverso strumenti alternativi."
Una ricetta degna di un ingegnere meccanico alle prese con un nuovo tipo di ingranaggio!
Che poi le persone siano ignorate nel loro desiderio di partecipare attivamente alla progettazione del loro lavoro, siano mortificate nella cieca ubbidienza di procedure contorte e, a volte, incomprensibili o inapplicabili, preoccupate dalla totale opacità sul futuro dell'azienda per la quale lavorano, non interessa a nessuno. L'importante è che siano, parossisticamente, "felici" in modo da essere più "produttivi".
Dunque felicità come sinonimo di "resistenza al carico", o "velocità di rotazione": serve alla produttività.
Utili bambini idioti invece che creativi adulti consapevoli.
Ancora una volta la dimostrazione di come, a chiacchiere, le persone le si vuole trattare come tali ma, nei fatti e in modo davvero assai comico, le si continui a trattare da stupidi ingranaggi, ignorando, con una pervicacia quasi perversa, la loro caratteristica principale: essere "umani" e adulti.
Come fare?
Avere un nuovo modello di riferimento. Ne parliamo il 3 Maggio.
Luciano Martinoli
l.martinoli@cse-crescendo.com
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