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mercoledì 2 ottobre 2013

Che futuro per un settore che parla solo di costi?

(...e considera le persone solo come meri "esecutori")
di
Luciano Martinoli


Lettera aperta al presidente dell'associazione di logistica AILOG.
Il caso di un settore, ma quanti altri soffrono degli stessi problemi? Per quanto tempo ancora potremo sopravvivere con la schizofrenia di considerare le persone esclusivamente "esecutrici" di compiti e allo stesso tempo richiedergli innovazione, partnership, collaborazione, senza affrontare il tema dei comportamenti (la loro natura, il loro sistema di "governo")?
Gent.mo Presidente
Sono stato al vostro convegno di giovedì scorso 26 settembre sull’argomento dell’outsourcing. Non è il primo convegno AILOG a cui assisto, mi consenta dunque di fare alcune considerazioni sistemiche riguardo lo stato della Logistica, o quantomeno per come la sua associazione l’ha rappresentato. 

Il mio non è un intento polemico, tuttaltro. Da operatore nel settore delle conoscenze per lo sviluppo delle comunità aziendali (Corporate Strategy), ma soprattutto come cittadino italiano, sento nello spirito e nelle “carni” il dovere di dare un modesto contributo al dibattito che si deve sviluppare per il risorgere di questo nostro splendido paese; in ogni settore.
Mi permetto di inviarle questa missiva perché mi ha sempre colpito la serietà, la professionalità, la concretezza e il ripudio della retorica sterile, e della polemica fine a se stessa, con la quale tutti gli argomenti nei convegni sono stati trattati. Ne ho tratto una immagine, del settore che rappresenta AILOG, di un contesto professionale sano e intellettualmente onesto e vigoroso.

 Si è parlato il 26 settembre, ma non solo in quella occasione, di costi in modo oserei dire assillante. Il costo come obiettivo, e non come strumento, ha degli effetti devastanti sul significato strategico della catena del valore le cui conseguenze, nell’immediato, rimangono ignote. Purtroppo esse si manifestano ben presto sulla perdita di significato del servizio, perdita di significato che viene ben compresa dal mercato il quale reagisce chiedendo le stesse cose a meno… e si ricomincia a parlare di costi.

Il modo per disinnescare questo circolo vizioso non è quello di chiedersi come risparmiare (sui costi, sulle garanzie, sulle tutele, ecc.), ma quali sono i significati strategici delle attività logistiche e, una volta compresi nel dettaglio, aumentarne il valore. In altre parole la logistica, come qualsiasi altro settore, se si limita a “spostare cose” non gli verrà mai richiesto altro che farlo a sempre meno. Capire come contribuire a realizzare, o ancora di più migliorare, la strategia dei clienti, operazione che necessita di sofisticati e avanzati strumenti « cognitivi », sposta il colloquio con il mercato in termini di valore, non di costo.  

Un altro aspetto che mi permetto di rilevare riguarda le persone della logistica. 
Il fitto calendario corsi AILOG è orientato a fornire tutte le competenze “funzionali” degli addetti ai lavori, a supporto del loro (unico?) ruolo esecutivo. Spesso nell’ultimo convegno, ma anche in quelli precedenti, è stato richiesto di realizzare la partnership, il diventare “satelliti” del cliente, l’eseguire condotte sicure, il favorire la collaborazione da instaurare e le diffidenze da superare tra le persone nel processo logistico, anche verso il cliente. Tutti temi che hanno a che fare con i comportamenti, unico aspetto rilevante delle persone al lavoro e principale “fattore competitivo” in qualsiasi azienda, soprattutto logistica.
Come si fa ad attivare comportamenti desiderati, “governali”, farli emergere per il beneficio della comunità aziendale e, conseguentemente, anche per quello dei singoli? Come è possibile realizzare sintesi “al rialzo” e non compromessi “al ribasso” come troppo spesso i manager, a qualsiasi livello, ottengono quando tentano, spesso maldestramente, di indirizzare i comportamenti? 

Significati strategici delle attività logistiche e indirizzo dei comportamenti sono le due aree dove, a mio avviso, l’avvio di un dibattito possa invertire la spirale perversa da circolo vizioso a virtuoso.
Sono, e con me la mia organizzazione, disponibile ad aiutare AILOG, qualora di suo interesse, ad aprirlo.

Con stima

4 commenti:

  1. Risposte
    1. "significato strategico" questa dovrebbe essere il motore della logica della "catena del valore" che nelle università ci hanno sempre invitato a non sottovalutare. Strategia è guardare avanti con una visione condivisa per il raggiungimento di un obbiettivo molto più alto che quello economico. complimenti, bel pezzo. grazie

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    2. Una nota all'ultimo commento di "Anonimo". Strategia è, nell'accezione della disciplina che se ne occupa in ambito aziendale, ovvero la Corporate Strategy, la capacità con idonei strumenti di realizzare un progetto di impresa (sottolineo l'attenzione su questa tautologia: una "impresa" è sempre un "progetto") ed eseguirlo. La misura di esso sono i risultati economici. Dunque è dalla strategia che dipendono i risultati, non viceversa nè sono tra essi scollegati (come spesso nel vedere i piani si percepisce)

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  2. Considerare le persone esclusivamente un costo, un nemico da abbattere da ridurre allo stremo... Quanto disumano può essere il lavoro ai temi nostri? Leonardo

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