"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

lunedì 28 ottobre 2013

Tutti matematici e fisici “classici” in organizzazioni e mercati quantistici

di
Francesco Zanotti



Se la teoria classica è applicabile soltanto al caso della piena occupazione. È errato applicarla ai problemi della disoccupazione involontaria ... I teorici classici assomigliano a geometri euclidei in un mondo geometrico non euclideo, i quali, scoprendo che nell'esperienza due rette apparentemente parallele si incontrano, rimproverassero alle linee di non mantenersi diritte, come unico rimedio alle disgraziate collisioni che si verificano; mentre in realtà non vi è altro rimedio che respingere l’assioma delle parallele e costruire una geometria non euclidea.”
Da Teoria generale della moneta ed altri scritti di J. M. Keynes, traduzione italiana, Utet Torino 2005, pp. 200-1”. Riportato da Jean-Paul Fitoussi nel suo libro Il teorema del lampione, traduzione italiana Giulio Einaudi
Keynes già nei lontani anni ’30 aveva capito l’importanza delle risorse cognitive. Tanto che usa un modello (una risorsa cognitiva, appunto) prestato dalla matematica (le geometrie non euclidee) per descrivere le dinamiche delle scienze economiche.
Oggi è possibile andare molto al di là di Keynes ed usare un patrimonio di risorse cognitive molto più complesse, capace di farci vedere in modo nuovo il problema dello sviluppo delle organizzazioni: le risorse cognitive sviluppate nelle scienze naturali ed umane. Usando queste risorse si scopre che le organizzazioni sono attori quantistici che hanno un processo di evoluzione autonomo. Il funzionamento è un sottoprodotto di questo processo di evoluzione autonomo. Cercare di gestire il funzionamento è come acchiappare nuvole. Quando pensiamo di conoscere come funziona la nostra organizzazione, questa è già completamente cambiata. Come le nuvole appunto. Occorre, invece, conoscere come è il processo di evoluzione autonomo di un attore quantistico e capire come è governabile. Non certo direttivamente. Le operazioni di direzione tradizionali (analisi, pianificazione e controllo che sono operazioni da fisico classico e da matematico hilbertiano) non hanno senso. Non analizzano, non pianificano e non controllano. Il manager che pensa di dirigere analizzando, pianificando e controllando fa come un elefante che entri furibondo in un negozio di delicate porcellane cinesi. Certo che ottiene un effetto; ma è quello di distruggerne lievità e bellezza.
Il primo sconquasso lo generano le operazioni di analisi (delle competenze, dei valori, del clima). Esse danno risultati soggettivi (due osservatori diversi producono due diverse analisi) e l’atto del misurare cambia in un modo del tutto imprevedibile l’organizzazione misurata. La misura è l’ingresso dell’elefante nel negozio di porcellane cinesi.


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