di
Francesco Zanotti
Post breve e
secco. Per non dare adito ad equivoci. Sostengo che tutto il pensiero, "umanistico" e "scientifico" (per usare due categorie conosciute) degli
ultimi due secoli, in un crescendo rossiniano, dimostra che tutte le pratiche, che hanno come attività di fondo la misurazione o la valutazione delle persone
e delle organizzazioni, sono scientificamente insensate. Gli esempi sono
innumerevoli: analisi del potenziale, valutazione delle performances, analisi
del clima, analisi delle esigenze formative. Sì, tutte queste pratiche sono
insensate.
Che facciamo? Continuiamo
a farle perché ci tranquillizzano? O vogliamo aprire un dibattito in proposito?
O vogliamo sostenere che tutto il pensiero degli ultimi due secoli è del tutto inutile?
Ai nostri
lettori una risposta …
sono d'accordo. Possiamo utilizzare gli spazi 'insensati' previsti dalla comune insipienza e dalla normativa, però, ed usarli con creatività, usarli come grimaldello che inserisce verità e 'follia' umana dove si vuole solo acquiescenza. Faccio un esempio. A nessuno interessa veramente la valutazione del 'rischio stress lavoro correlato' in una organizzazione, a nessuno interessa se non come adempimento obbligatorio previsto. Ed infatti ecco che a fare la 'valutazione' sono previste che siano - ebbene, sì - le figure di vertice della organizzazione stessa, con la partecipazione anche del rappresentante dei lavoratori (!!). La cosa è tautologica, ridicola, poichè a fare la valutazione sono coloro che direttamente impattano proprio sul clima organizzativo, stabilendolo ed influenzandolo. Però, se ad esempio gli alti responsabili non sono tanto presenti, ecco che si può immaginare - e proporre, e realizzare - un percorso di valutazione con la partecipazione dei diretti interessati (cioè i lavoratori), riuniti in gruppo di libera adesione, con un percorso di discussione che si può tutelare come libero e protetto. E che produrrà una rappresentazione non edulcorata della realtà, proponendo azioni di miglioramento reali.... Se tutto questo poi venisse boicottato, non ricadesse in azioni concrete, resterebbe comunque scritto nella consapevolezza dei partecipanti e nel documento prodotto...sarebbe comunque intervenuto un piccolo cambiamento interno.. e poi chissà. Ecco, la mia è una piccola testimonianza di resistenza.
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