di
Francesco Zanotti
Per
tante ragioni, alcune delle quali provo ad esaminare in questa scheda.
Gli
uomini di business possono autorevolmente indicare quali sono le conoscenze che
le persone devono avere sulla dimensione hard dei prodotti/servizi o sulle
esigenze funzionali che questi prodotti e servizi possono soddisfare.
Ma
quando si passa alle competenze soft, le cose cambiano radicalmente.
Quando
si chiede agli uomini di business quali siano le competenze soft che ritengono
importanti costoro provano a rispondere, ma non vi è la possibilità di sapere
esattamente cosa intendono. Facciamo un caso molto generale: gli uomini di
business dichiarano che ai capi intermedi servono “maggiori competenze di
leadership”, ma non riescono a specificare di che modello di leadership stanno
parlando. Innanzitutto perché non conoscono le decine di modelli di leadership
esistenti. A causa di questo non si possono riferire a qualcuno di questi.
Tendenzialmente si riferiscono ad un loro modello intuitivo di leadership che
non sanno “operativizzare” (in che comportamenti consiste, come si apprendono
questi comportamenti) e che è un distillato delle esperienze passate che, tra
l’altro, non si sa se e come possano avere senso nel futuro.
Questo
“desiderio imperativo” viene consegnato al formatore che non può certo formare
al modello di leadership che ha in testa l’uomo che di business perché questi
non lo sa esprimere.
Il
formatore, allora, è costretto ad organizzare un intervento formativo che ha
come “oggetto” un suo modello di leadership che, visto che i formatori non
fanno ricerca, è solo un ulteriore modello, da lui sviluppato senza un
riferimento a tutti gli altri modelli esistenti.
Si
rischia il gioco degli equivoci: che l’uomo di Business dica (o pensi senza
dirlo, il che è peggio) alla fine del corso di formazione: ma non è questo il
modello di leadership che ho in testa.
A
“valle” di questo discorso vi è il problema della scelta dei formatori: se il
manager delle risorse umane non dispone dello stato dell’arte a livello
mondiale delle conoscenze manageriali non può confrontare il patrimonio di
conoscenze posseduto dal formatore con questo riferimento. Quindi, chi sceglie
il formatore esterno si fonda su variabili accessorie come l’amicizia personale
o la fama.
Al
“fondo” di questo discorso ve ne è anche un altro più generale rilevante che
riguarda l’insensatezza complessiva della formazione alle competenze di cui
discutiamo in altra sede.
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