"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

domenica 7 febbraio 2016

Plotino e le risorse umane

di
Francesco Zanotti

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Oggi Mauro Bonazzi su “La lettura” del Corriere, introducendo una serie di articoli sull’anima, a un certo punto, ricorda il pensiero di Plotino. Secondo Bonazzi l’ultimo grande filoso greco sostiene che “Il nostro vero io è una parte dell’anima mai discesa nel corpo che risiede interamente nel mondo delle idee, assorta nella contemplazione delle realtà più alte.”.
Ma che c’entra con le risorse umane?
Io credo che il pensiero quantistico, applicato allo studio della cognizione, inviti ad una tesi  simile, anche se “non dualistica” come in fondo è il pensiero di Plotino.
L’identità di una persona è “fatta” di una esistenzialità profonda, insondabile, praticamente infinita, che la vita tende a sterilizzare in ideologie che vengono espresse in valori retorici e in una serie di comportamenti stereotipati che chiamiamo competenze. Il tema del “potenziale” è solo una pallida intuizione lasciata inaridire della realtà dell’esistenzialità profonda.
Oggi la gestione delle risorse umane dovrebbe chiedersi: fino a che punto riesco a mobilitare l’esistenzialità profonda delle persone o, invece, la costringo a nascondersi ed immiserirsi ripetendo valori retorici e comportamenti sempre uguali che non permettono alcuna evoluzione dell’impresa?
La mia risposta è che oggi la gestione delle risorse umane è un tentativo di burocratizzare la persona o, al massimo, a costringerla a esprimersi in luoghi virtuali come gli eventi formativi. E l’isolare l’esistenzialità profonda in mondi virtuali è come umiliarla profondamente. Non recriminiamo, poi, se essa si esprime in frustrazioni e resistenze.


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