"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

domenica 21 febbraio 2016

Sono strategiche e le buttiamo fuori?

di
Francesco Zanotti

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Tutti coloro che si occupano di risorse umane sostengono che esse sono strategiche. Sono la ricchezza fondamentale per le imprese.
Bene, ma se è così, perché si sta cercando di buttare fuori le persone dalle imprese?
La risposta ufficiale è: ci costringe la competizione.
Ma è una riposta perdente, da sconfitti.
Certo se continuo a fare le stesse cose del passato, queste diventano meno interessanti, me ne chiedono meno e accettano di pagarle meno. Quindi, mi servono meno persone.
Ma se una impresa riuscisse a ridisegnare il suo sistema d’offerta proponendo al mercato prodotti e servizi di una nuova intensità di significato, allora vedrebbe aumentare il suo fabbisogno di persone.
Se poi pensate che la progettazione di nuovi prodotti e servizi potrebbe essere fatta proprio dalle persone, anzi, solo loro lo possono fare, allora il buttar fuori le persone diventa socialmente irresponsabile.
Il caso delle banche è emblematico: fanno processi di fusioni che sono sostenuti solo da leggende metropolitane (della metropoli degli alti palazzi del credito) e si costringono, sono costretti a buttar fuori le persone perché non vendono quali spazi di nuovi servizi potrebbero essere da loro erogati.
Detto diversamente, non bisogna decidere le strategie e poi vedere quante persone servono. Bisogna imporsi di assumere e poi scatenare la progettualità necessaria a  trovare il modo di impiegare queste persone. Se veramente si pensa siano strategiche. Cioè: abbiano un ruolo fondamentale nella progettualità strategica.


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