di
Francesco Zanotti
Giovanni è un operaio
metalmeccanico di una grande fabbrica del Nord.
E mi ha raccontato di una
analisi del clima che hanno “subito”, lui e suoi compagni.
“Qualche volta il Grande Capo prova
a cercare di conoscere qualcosa in più di noi. L’altro anno, ad esempio, ha
fatto fare un’analisi del clima da una società di consulenza esterna.
Nessuno ci ha spiegato esattamente cosa sia il clima, ma dalle domande di un
intervistatore mi è sembrato di capire che analizzare il clima serve a capire
lo stato di salute “soft” (cioè non quello delle macchine, et cetera)
dell’organizzazione. Forse indagare sul clima è un modo per conoscere le cose
che il Grande Capo non conosceva della sua organizzazione?
Se è così devo deluderlo. Questo
sforzo di conoscenza non è andato a buon fine. Credo che tutti quegli
intervistatori a spasso per lo stabilimento (anche ragazzi molto giovani che
facevano tenerezza con quel loro dover essere l’impersonificazione della
professionalità) non si siano accorti di una cosa: l’indagine non ha misurato
il nostro clima, l’ha cambiato. E in peggio.
C’è chi si è irrigidito di
fronte all’intervistatore considerandolo un intruso, chi ha usato l’intervista
come momento di sfogo. I commenti, poi, su quei ragazzi che dovevano rivelare
al Grande Capo chi eravamo veramente si sono sprecati. Come si sono “sprecati”
(forse, in questo caso non è stato uno spreco … ) i commenti su di una
intervistatrice particolarmente carina ed intrigante …
Tutti si sono chiesti, tutti
insieme, alla fine: perché è dovuto venire qualcuno dall’esterno per cercare di
conoscerci meglio. Forse per valutarci?
Un’altra volta, un’altra società
di consulenza ha usato un questionario, invece dell’intervista. Ora,
innanzitutto, ho provato un profondo disagio di fronte ad un questionario che
mi costringeva a descrivermi “a crocette”. Ma, poi, al disagio è seguita una
sgradevole sensazione di presa in giro. Mi sono accorto che le possibili
risposte che il questionario proponeva per le sue domande (tra le quali
dovevamo scegliere mettendo, appunto una crocetta) non erano proprio neutre.
Era evidente a tutti noi quali risposte prediligeva (non si sa a quali fini)
chi aveva preparato il questionario. E, allora, cosa abbiamo fatto? Lo abbiamo
assecondato …
Ovviamente anche questo secondo
sforzo non è stato fecondo. Perché alla fine ci ha fatto sentire il Grande Capo
più lontano da noi: abbiamo sentito che aveva bisogno di un intermediario e non
di una stretta di mano.”.
Nessun commento:
Posta un commento