"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
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domenica 10 luglio 2016

Giovanni, il clima e l’intervistatrice carina

di
Francesco Zanotti


Risultati immagini per analisi del clima aziendale

Giovanni è un operaio metalmeccanico di una grande fabbrica del Nord.
E mi ha raccontato di una analisi del clima che hanno “subito”, lui e suoi compagni.
“Qualche volta il Grande Capo prova a cercare di conoscere qualcosa in più di noi. L’altro anno, ad esempio, ha fatto fare un’analisi del clima da una società di consulenza esterna. Nessuno ci ha spiegato esattamente cosa sia il clima, ma dalle domande di un intervistatore mi è sembrato di capire che analizzare il clima serve a capire lo stato di salute “soft” (cioè non quello delle macchine, et cetera) dell’organizzazione. Forse indagare sul clima è un modo per conoscere le cose che il Grande Capo non conosceva della sua organizzazione?
Se è così devo deluderlo. Questo sforzo di conoscenza non è andato a buon fine. Credo che tutti quegli intervistatori a spasso per lo stabilimento (anche ragazzi molto giovani che facevano tenerezza con quel loro dover essere l’impersonificazione della professionalità) non si siano accorti di una cosa: l’indagine non ha misurato il nostro clima, l’ha cambiato. E in peggio.
C’è chi si è irrigidito di fronte all’intervistatore considerandolo un intruso, chi ha usato l’intervista come momento di sfogo. I commenti, poi, su quei ragazzi che dovevano rivelare al Grande Capo chi eravamo veramente si sono sprecati. Come si sono “sprecati” (forse, in questo caso non è stato uno spreco … ) i commenti su di una intervistatrice particolarmente carina ed intrigante …
Tutti si sono chiesti, tutti insieme, alla fine: perché è dovuto venire qualcuno dall’esterno per cercare di conoscerci meglio. Forse per valutarci?

Un’altra volta, un’altra società di consulenza ha usato un questionario, invece dell’intervista. Ora, innanzitutto, ho provato un profondo disagio di fronte ad un questionario che mi costringeva a descrivermi “a crocette”. Ma, poi, al disagio è seguita una sgradevole sensazione di presa in giro. Mi sono accorto che le possibili risposte che il questionario proponeva per le sue domande (tra le quali dovevamo scegliere mettendo, appunto una crocetta) non erano proprio neutre. Era evidente a tutti noi quali risposte prediligeva (non si sa a quali fini) chi aveva preparato il questionario. E, allora, cosa abbiamo fatto? Lo abbiamo assecondato …

Ovviamente anche questo secondo sforzo non è stato fecondo. Perché alla fine ci ha fatto sentire il Grande Capo più lontano da noi: abbiamo sentito che aveva bisogno di un intermediario e non di una stretta di mano.”.


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