di
Francesco Zanotti
La modalità
di selezione delle classi dirigenti è di tipo competitivo-personalistico sintetizzato
nella frase: vinca il migliore. Purtroppo si tratta di un meccanismo disastroso
perché isola le classi manageriali dal mondo e dalla realtà delle imprese
costringendole ad una modalità di governo enfatico-retorica.
Infatti, proprio per il modo in cui si sono formate, le
classi dirigenti non possono che chiudersi auto referenzialmente. Ad esempio,
non possono attribuire rilevanza alle risorse cognitive perché il loro vincere
deve per forza essere dovuto a loro caratteristiche intrinseche che li rendono
ontologicamente migliori. Ne fanno dei talenti. Se esistessero fattori esterni
come le conoscenze che potessero migliorare la qualità intrinseca delle
persone, il mito dell’essere speciali dei talenti naufragherebbe. I meccanismi
di selezione privilegiano personaggi narcisistici, incapace di crescere in
virtù e conoscenza.
Dal punto di vista della vita della collettività e delle
imprese, del servizio alla collettività ed alle imprese queste classi dirigenti
sono un disastro. I problemi della collettività sono solo una ulteriore
occasione di autorappresentazione. Una ulteriore occasione di autorappresentazione della propria eccellenza che non può che manifestarsi in Progetti
di cambiamento e in sviluppo solo enfatici e retorici.
Il sistema dei media rende ancora veloce e definitivo il
processo di autoisolamento delle classi dirigenti perché premia il narcisismo
e lo copia.
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