di
Francesco Zanotti
Oggi il posto di manager è sempre più a rischio: crisi, cambi di proprietà, cambi di vertice. Il manager, anche importante e di imprese importanti, rischia di trovarsi a spasso. E spaesato.
Cominciamo
dalla regione dello spaesamento. E’ banale: il manager ha sempre legato la sua
identità al posto che aveva. Più era importante il posto, più considerava forte
la sua identità.
Ed
ora, invece, scopre che quella identità era solo una protesi di identità. Perso
il posto ha perso anche quella identità. E si ritrova sul mercato come un
reduce. Cerca di parlare di risultati, ma la voce è flebile e forma un coro
cacofonico con mille altri che vantano gli stessi risultati. In una battaglia
di auto incensazione che diventa stucchevole.
Quali
rimedi? Legare le propria identità alla conoscenza posseduta, alle sperimentazioni
innovative fatte, ai progetti di ricerca avviati. Legare la propria identità al
racconto di tutte queste cose. Non sono protesi di identità, sono identità
vera, che rende orgogliosi di se stessi e della quale nessuno potrà mai privare
il manager. E quando, per qualche evento avverso, si perde il posto di lavoro,
si rimarrà sempre protagonisti della conoscenza, della innovazione, della
sperimentazione.
Si lo
so: c’è anche la soluzione della collusione amicale. Ma porta ad atteggiamenti
servili e funziona per pochi. E funziona proprio perché non esistono ancora
manager che giocano sulla conoscenza, sulla innovazione, sulla progettualità. A
servizio di loro stessi e delle imprese.
Nessun commento:
Posta un commento