"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

mercoledì 27 febbraio 2013

Capitolo 3: Una organizzazione non è governabile direttivamente

di
Luciano Martinoli

Arriviamo ora al cuore del problema, un attacco frontale, duro se volete, ma necessario. Una lucida motivazione, pregando il lettore di "spogliarsi" dalle ideologie, sull'assioma indiscutibile della base teorica del management e, in particolare, della sua frangia più conservatrice: il "macho management". Gli argomenti, a supporto dell'affermazione del titolo, sono tre:



1. L'organizzazione non è descrivibile.
Un sistema classico è completamente descrivibile. Detto diversamente, ne esiste certamente una descrizione completa. Se ne esiste più di una, tutte le descrizioni sono completamente equivalenti. Infatti, una macchina - che è il prototipo di un sistema classico - è fatta di parti ben definite che hanno proprietà altrettanto ben definite, distinte, indipendenti le une dalle altre e indipendenti dal contesto.
Sono le persone descrivibili in questo modo?



2. Per governare direttivamente un sistema occorre sapere come generare i comportamenti delle parti del sistema. 
Occorre, insomma, conoscere le leggi del sistema. 
Perché le “leggi” siano vere leggi, cioè siano usabili per governare, 

devono essere indipendenti dalle parti del sistema che governano, devono essere imposte al sistema dall’esterno e devono essere assolutamente vincolanti. Non si è mai visto che un sasso buttato dalla torre di Pisa cadesse ... verso l’alto. Se le leggi non fossero vincolanti non servirebbero a nulla. Non sarebbero leggi. 

Esistono le leggi dell’organizzazione?

3. Analisi, progetto e sua costruzione, attività standard per la direttività di un sistema e il suo cambiamento, sono attività impossibili per un sistema che non si sa come è fatto e di cui non si conoscono le leggi.


Dunque anarchia? 
No, emergerà una proposta nei prossimi capitoli. Iniziamo però a convincerci che questo modo di governare. è impossibile e perseguirlo è illusorio, come dimostrano i risultati!
Ne siamo convinti? 

Come per i precedenti, a richiesta l'invio del capitolo.



mercoledì 20 febbraio 2013

Capitolo 2: Ma... che cosa è il "management"

di
Luciano Martinoli

Dopo le "Domande di Giovanni" del capitolo 1 andiamo a verificare se l'attuale pratica di "gestione", il management appunto, è in grado di dare risposte.
Scopriamo le pratiche di fondo, le gestioni di "funzionamento" e "cambiamento", e il corollario che ne deriva: il comandare e dirigere una macchina complessa. Si arriva così al primo paradosso:

"Oramai è diventata evidente la necessità di un cambiamento continuo che non è solo manutenzione, ma attenzione allo sviluppo continuo di persone ed organizzazione.
La conclusione è che funzionamento e cambiamento non possono essere considerati separatamente."

E ad una importante conclusione:

"...questa teoria “dirigista”, che non riesce (e anche non si sforza) con grande autocontraddizione a dare una risposta alle domande di Giovanni, in realtà, è una sintassi senza semantica...
costituita da un insieme di parole che si pensa abbiano un significato ben preciso, ma in realtà non lo hanno.
In particolare risultano non avere semantica le parole che descrivono le due operazioni chiave del governare direttivamente: l’analizzare e il decidere."

Tesi forte, certo, forse anche provocatoria; ma in un momento come questo, di fronte al generale spegnersi delle attività industriali e non solo, non è il caso mettere in discussione anche le nostre più granitiche certezze?

Come sempre a richiesta verrà inviato sia questo che gli altri capitoli.


martedì 12 febbraio 2013

Inizia il film, capitolo 1: le domande di Giovanni

di
Luciano Martinoli

E' disponibile il primo capitolo del libro preannunciato in un precedente post su questo blog sul paradosso del "change management". Inizia con le domande di "Giovanni", un ipotetico operaio, ma potrebbe essere un impiegato, un addetto generico, un infermiere, insomma un qualsiasi operatore di una qualsiasi organizzazione, pubblica o privata.
Sono domande di buon senso, di quelle che ognuno di noi potrebbe fare o sentirsi chiedere, ma che impattano profondamente sulle attività lavorative. E' il punto di partenza della dissertazione sul paradosso del cambiamento, su come questo approccio non riesca a dare risposte efficaci e ci sia bisogno di un paradigma diverso.
Chi fosse interessato a leggerlo me lo può richiedere. Chi ha già richiesto o ricevuto il trailer lo riceverà senza alcuna segnalazione aggiuntiva. I commenti al capitolo, molto benvenuti, possono essere inseriti di seguito.
Buona Lettura

martedì 5 febbraio 2013

La gestione del "cambiamento": un paradosso organizzativo...

(...e una proposta per risolverlo) 
di
Luciano Martinoli

Abbiamo provato ad affrontare il problema del cambiamento, o "change management".
Guardandolo abbiamo rilevato una serie di assurdità che invece vengono considerate normali. La prima, e la più rilevante, è la seguente: il cambiamento organizzativo, se per cambiamento si intende la descrizione di un processo che consente ad “A” di divenire “B” in modo chiaro e fattibile,  non è descrivibile, dunque che senso può avere discutere su come realizzarlo?
Tentando un parallelo, è come se si volesse decidere dell'opportunità di viaggiare in treno o in aereo senza prima aver deciso la destinazione da raggiungere!

Allora abbiamo cercato un'altra strada e abbiamo scoperto che l'organizzazione cambia autonomamente, ha una sua vita, un suo processo di sviluppo.
Ma come si svolge questo processo di sviluppo autonomo?

Per cercare risposta abbiamo indagato tra tutte le teorie organizzative e abbiamo trovato conoscenze necessarie ma non sufficienti. Per colmare le lacune la nostra indagine si è allargata al mondo generale delle scienze naturali e umane e abbiamo scoperto le leggi che governano l'evoluzione. Successivamente ci è venuta un'idea di come governarlo; un cambio di paradigma radicale: dal "change management" al "governo dell'evoluzione autonoma" dell'organizzazione.

Data la novità di questa proposta, che verrà descritta in un libro che renderemo via via disponibile, sentiamo il dovere di sottoporci al vaglio della comunità professionale, affinchè si generi un dibattito tanto urgente quanto necessario.

Iniziamo inviando, a coloro che sono interessati a partecipare, la prima parte: un breve "trailer" (facendone richiesta al mio indirizzo  l.martinoli@cse-crescendo.com ).

La nostra vuole essere una possibile "traccia" sulla quale costruire socialmente la soluzione a questo "paradosso", tanto grave in quanto sottaciuto e accettato come vero (e forse alla base dell'attuale incapacità di uscire dallo stato di "crisi" nel quel ci dibattiamo da troppo tempo).