di
Francesco Zanotti
Per guidare
un’automobile non è strettamente necessario conoscere i principi scientifici
sui cui si basa il funzionamento del motore a scoppio. Non è necessario
conoscere meccanica, elettrotecnica ed elettronica.
Basta avere un chiaro ed esaustivo libretto di
istruzioni. Poi l’esperienza farà il buon guidatore. Poi il talento farà il
campione.
Osservo però, con un inciso la cui importanza sarà chiara
più avanti, che non accade mai che un campione non conosca come funziona il
motore a scoppio, ma riconosco che in teoria potrebbe bastare il “trio”:
libretto di istruzioni, esperienza e talento.
Questo ragionamento vale anche per un manager? Sì, perché
anche per il manager esiste un libretto di istruzioni chiaro ed esaustivo: sono
le conoscenze e le competenze manageriali che nutrono mille corsi di formazione.
Apprendendole ed aggiungendo esperienza e talento si diventa manager-campioni.
Non esiste neanche bisogno di aggiornarsi perché queste
conoscenze e competenze sono immutate da decenni. Il libretto di istruzioni è
sempre lo stesso. E’ vero che ogni tanto appaiono proposte “innovative”, ma
sono roba un po’ strana che serve a far contenti gli utenti dei corsi di
formazione. Queste “innovazioni” non vengono considerate degne di essere
apprese dai top manager.
A loro basta quel vecchio ed eterno libretto di
istruzioni, arricchito da esperienza e talento. O, forse, vogliono farselo
bastare perché permette di esaltare la propria esperienza e il proprio talento
che diventano le uniche variabili distintive?
Dubbio/domanda pertinente perché a gettare forti dubbi
sulla efficacia del trittico “libretto di istruzioni + esperienza + talento” vi
sono alcuni fatti incontrovertibili. Il primo
è costituito dai risultati. Il secondo
dalle conoscenze non considerate che rivelano che il libretto di istruzioni del
manager è sbagliato.
Risultati: visto lo stato dell’economia, i risultati aziendali che
si riescono a raggiungere, il livello di conflittualità, resistenze al
cambiamento, stress all'interno delle organizzazioni, crescita esponenziale di
guai di ogni tipo che stanno trasformando il manager in pompieri, la continua
espulsione di manager dalle organizzazioni non è che si possa essere fieri dei
risultati.
Conoscenze non considerate
dai costruttori dei libretti di istruzione manageriali. Questo è il tema decisivo perché rivela che il libretto
di istruzione che si cerca di distribuire è sbagliato. Come insegnare a
qualcuno ad aggiustare il televisore con il martello pensando che il televisore
sia il teatrino delle marionette.
Più concretamente, le martellate distruttrici sono: il delegare, la filosofia del cambiamento, il credere nei valori, il cercare di analizzare uomini ed organizzazioni, il proliferare di mille progetti, i corsi di formazione, la gestione per obiettivi.
Chi dice che sono martellate distruttrici? Un primo
indizio è il fatto che, poi alla fine i manager fanno di testa loro, quasi
costruendosi un loro “libretto di istruzioni” personale, anche se non formalizzato
perché intuiscono che il libretto delle istruzioni manageriali è troppo banale.
Sono però, soprattutto, le scienze naturali ed umane (dalla fisica alle scienze
cognitive, alle psicologie, alla sociologia all'antropologia) che rivelano che
il libretto di istruzioni manageriali è radicalmente sbagliato. Davvero serve
ad aggiustare marionette e non sfavillanti propositori di immagini e storie.
Allora cosa può fare un manager?
Non può certo provare ad impadronirsi di tutte le scienze
naturali ed umane. Visto il crescere delle urgenze. Ma non può neanche continuare
a menare martellate ad un televisore pensando che sia il teatrino delle
marionette … significa anche tirarsi la zappa sui piedi …
Cosa può fare un manager?