di
Francesco Zanotti
“Comunicazione” e “formazione”
hanno stufato. Nella formazione e nella comunicazione si sono formare burocrazie
(tecnicamente, sistemi autopoietici) manageriali e professionali che hanno
come unico obiettivo quello di mantenere loro stesse.
Ma allora le imprese non
devo raccontare di loro stesse e le persone non devono apprendere?
Ovviamente no. Ma possono
farlo in modo diverso, non considerando più “formazione” e “comunicazione” come
attività specialistiche da affidare a specialisti nell’ambito di realtà
antropologiche artificiali.
La costruzione sociale del
Business Plan è l’alternativa che propongo.
Alla fine, la strategia è
fatta dai comportamenti (operativi e relazionali) delle persone, a tutti i livelli.
Cosa vuol dire, quindi, fare
progettazione strategica? Fare in modo che i comportamenti delle persone siano
coerenti e coordinati per costruire nuovi mercato, una nuova socialità ed una nuova
organizzazione. Concretamente, cosa si può fare?
Oggi prevale una logica
direttiva (le attività di formazione e comunicazione sono sostanzialmente attività
direttive. Asimmetriche, dal punto di vista del potere, tra chi le propone, le
gestisce e chi le subisce). Si fa un Business Plan e poi lo si comunica e si
formano le persone per realizzarlo … Beh
“quasi” perché voglio vedere un Business Plan che descrive le attività di
formazione e le finalizza a generare i nuovi comportamento che realizzeranno il
Business Plan.
Ora, un Business Plan
generato direttivamente non può certo prevedere i comportamenti di chi opera
nell’organizzazione (stakeholder interni) e da chi opera all’esterno
(stakeholder esterni). Contiene solo indicazioni generali. Ma questo significa
che stakeholder interni ed esterni devono decidere in autonomia che
comportamenti adottare. E, poiché le singole persone (all’interno ed all’esterno
dall’organizzazione) dispongono di risorse cognitive molto diverse le une dalle
altre, si assisterà ad una cacofonia di comportamenti che realizzeranno una
strategia emergente che tende ad essere molto diversa da quella immaginata da
chi ha scritto il Business Plan.
In alternativa: so faccia in
modo che il Business Plan venga progettato socialmente da stakeholder interni
ed esterni. Il top management sia fornitore di conoscenze e generatore di
sintesi. Si faccia in modo che questa progettualità sociale sia continua. In
questo modo ci si garantirà una sinfonia sociale invece di una cacofonia di
povere sonate personali.
E non sarà necessaria alcuna
comunicazione e formazione artificiali. Il processo di costruzione sociale del
Business Plan sostituisce anche le attività di Stakeholder Engagement e di Investor
Relations. Tutti a realizzare la stessa strategia. Possibilmente imprenditoriale.