di
Francesco Zanotti
Dobbiamo piantarla con le
parole ”valigia” dove ci mettiamo tutto il contrario di tutto. E quando le
usiamo siamo certi di essere nel giusto, forse anche profeti. In realtà non ci
chiediamo mai cosa vogliano dire perché altrimenti non sapremo rispondere alla
domanda. Il risultato sono discorsi banali, carichi di retorica, non di senso.
“Decisione” è una di questa
parole. Andiamo sostenendo che il governare è decidere. E, forti di questa
certezza traiamo conclusioni.
Bene sono conclusioni sbagliate
perché il “maneggiare” e il governare, non sono decidere.
Cominciamo a dare un
significato a “decidere”. Significa che chi governa e maneggia è di fronte a alternative
etero costruite tra le quali scegliere: prendo questo o quella strada .. scegliendo
tra strade che già esistono. Oggi il maneggiare e il governare sono (e sono
sempre stati) processi cognitivi diversi. Sono processi progettuali: non vi
sono strade già costruite, siamo in un mare aperto di potenzialità che dobbiamo
concretizzare in strade di sviluppo. Come diceva il poeta: la strada si fa con
l’andare.
In termini “tecnici” la
differenza tra e decidere progettare è che la prima operazione è calcolabile,
mentre la seconda no! Progettare il futuro, scrivere la Divina Commedia non
sono processi di calcolo.
Allora piantiamola di parlare
di decidere. Di sostenere che tutto è decisione, compreso lo scrivere la Divina
Commedia. Piantiamola con quel maneggiare e governare caricaturale che è costituito
dalla ideologia della decisione. Non abbiamo bisogno di retorica, ma di nuovi
sensi.