di
Francesco Zanotti
Io
credo che ogni manager, anche il più duro, il più cinico, il più “relazionale”
(che è convinto che il suo posto dipende da chi conosce e non dalle cose che
conosce) tenga al futuro dei suoi figli. Credo che nessuno si illuda che basti
lasciare loro soldi e, forse, un posto di lavoro ottenuto con logiche collusive
per garantire …
Ecco:
caro manager, cosa vuoi garantire ai tuoi figli?
Credo
che tu sia d’accordo che vuoi lasciargli una società dove egli riesca ad esprimere
meglio la sua identità … Partiamo di qui!
Bene,
se tieni ad un futuro vivo ed attivo (quindi felice) per i tuoi figli, devi
cambiare completamente comportamenti e riferimenti.
Non puoi continuare a credere …
Che
una organizzazione deve avere un Capo che decide del destino di tutti …
Che reclami
questo diritto in nome di una sua competenza quasi magica che si chiama
leadership, oppure in nome di qualche altra “virtù” che ti piace chiamare “fiuto”,
“capacità di intuizione”. Che sia convinto che le persone abbiano delle “cose”
(qualcuno conosce un temine più scientificamente preciso di “cose”?) che si
chiamano competenze o talenti che sono a sua disposizione per permettergli di
giustificare ruolo e stipendio.
Queste
“cose” sono sciocchezze cognitive, psicologiche, sociali ed antropologiche.
Queste
cose costruiscono imprese che sono ologrammi del passato.
In
queste imprese, e nella società che esse formano, nessun giovane (quindi,
nessun figlio) troverà mai spazi importanti di auto-realizzazione.
Amici
tutti, stiamo rischiando, non solo, di buttare i nostri debiti sulle future
generazioni, ma stiamo distruggendo anche la possibilità che possano pagarli. E
non parlo solo di debiti finanziari, ma di debiti verso i diseredati, la
Natura, la loro felicità.
Dobbiamo
riconoscere che il nostro principale dovere verso le nuove generazioni (che,
esistenzialmente si chiamano figli) è quello di indicare loro una possibile
strada verso un futuro che sia loro e che sia ben lontano dalla continuazione
di un presente che vogliamo perpetuare perché solo in quello siamo capaci di mantenere
posizioni di privilegio.
La
via regia per costruire un nuovo futuro è quello della conoscenza. Mentre oggi
stiamo percorrendo orgogliosamente la strada della ignoranza.